giovedì 30 maggio 2019

Chiesa santa e santificatrice


 Alcune riflessioni sulla scorta dell'ecclesiologia paradossale di H. De Lubac 1 

L'attualità di alcune considerazioni, emergenti soprattutto dalla lettura di Paradosso e mistero della Chiesa, Meditazione sulla Chiesa e Cattolicismo2, alcune opere della vasta produzione di Henri de Lubac (Cambrai, 20 febbraio 1896 – Parigi, 4 settembre 1991), accende delle luci in grado di ravvivare la riflessione ecclesiologica di coloro che vivono in questa particolarissima congiuntura storica.
La Chiesa è in crisi; ma essa non può essere in crisi: sono gli uomini di Chiesa che lo sono, smarriti nelle derive di un cristianesimo a basso costo e nella corsa sfrenata verso quello che di più basso c'è nel mondo, ammaliati e malati dallo spiritus mondanitatis, lontani dalla sequela della divina vocazione, confusi da un falso cristianesimo; e seppure rischiano di offuscare la bellezza della Sposa di Cristo, tuttavia il volto della Vergine-Madre-Sposa è sempre rifulgente della bellezza che trae dal volto di Cristo suo Sposo, che le dona di generare continuamente nuovi figli nel suo grembo prolifico nello Spirito Santo mediante il Battesimo per la gloria del Padre.
Mistero complesso (complexus, misto), quello della Chiesa, mistero che affascina eppure stordisce. È complesso proprio perché misto: peccatori e santi convivono generando una continua lotta fra il peccato e la grazia, fra la luce e le tenebre, l'ombra e lo splendore.

La Chiesa, Corpo mistico di Cristo vivo, è santa e santificatrice (e non santa e peccatrice). Se non fosse santificatrice non potrebbe essere tramite della grazia che ci giunge per i meriti di Cristo.
È santa non per virtù propria (“Non guardare ai nostri peccati”) ma per la santità del suo Fondatore che la rigenera continuamente mediante il suo Spirito e la abbevera alle fonti della salvezza per la generazione spirituale dei figli di Dio. Essa santifica per mezzo dei sacramenti e del vangelo: il sangue e l'acqua che discendono dalla croce di Cristo la santificano e rinnovano della sua perenne giovinezza.
Ma attenzione: bisogna sempre tener presente che la Chiesa è santa e santificatrice costituita da peccatori. Sono questi coloro che devono essere santificati. Se è vero, come è vero, che la Chiesa è santa (santo è il suo Fondatore, santo è il fine per il quale l'ha creata, santi sono la maggior parte dei suoi membri, e non solo nella gloria) è vero anche che i suoi membri sono tutti peccatori chiamati alla santità. Coloro che hanno già risposto all'invito della grazia sono santi, gli altri non lo sono ancora, essendo chiamati alla conversione. Da notare: per santi non si intendono gli impeccabili ma coloro che con il loro cammino di fede illuminano la Chiesa e fanno sì che essa mostri più chiaramente la bellezza della santità, segno della bellezza che traspare radiosa dal volto di Cristo. Tutti i membri della Chiesa sono, quindi, peccatori: peccatori convertiti, in stato di conversione, o ancora giacenti nel peccato. Ma tutti peccatori, in quanto sono l'oggetto della santificazione che la Chiesa è chiamata e abilitata a propagare.
La Chiesa di Cristo, quindi, è santa ma contiene nel suo seno anche peccatori; è questo il paradosso. Romano Guardini parla di opposizioni polari: la grazia e la libertà, ad esempio, che si oppongono ma non sono opposte (opposizione apparente). Altra opposione: penitenza e rinnovamento perché tutti i fedeli sono peccatori. Il termine fedeli deriva da fides: fede e fedeltà. La Chiesa è fedele al Signore perché non ha mai voluto perdere la fede (communio sacramentalis et communio sanctorum). De Lubac preferisce parlare per coppie: evidenzia le tre dimensioni della Chiesa: visibile-gerarchica, invisibile-mistica3, escatologica. Le prime due nella storia, l'altra alla fine dei tempi, quando questo mistero complesso (Corpus Christi mixtum) si manifesterà in tutta la sua bellezza.
Mezzi principali per la santificazione del popolo di Dio (cui appartengono tutti, gerarchia e laici) sono i sacramenti, mezzi efficaci della grazia che traggono la loro efficacia proprio dall'umanità di Cristo crocifisso (San Tommaso). Senza di questi mezzi imprescindibili l'opera della santifificazione universale non si compie. Le vie del Signore sono infinite, è vero, ma per quanto possiamo saperne noi (in quanto la Verità stessa, Gesù Cristo benedetto, ce lo ha rivelato), la giustificazione di Cristo può compiersi nella assoluta libertà che compete all'Autore della legge stessa, ma ordinariamente dobbiamo ritenere che la Grazia segue i canali che essa stessa ha scelto e usato con efficacia.

La Chiesa è mia madre: mi ha trasmesso tutto, la Chiesa è mia madre. Sì, la Chiesa, tutta la Chiesa, quella delle generazioni passate, che m’hanno trasmesso la vita, i suoi insegnamenti, i suoi esempi, le sue abitudini, il suo amore – e quella di oggi; tutta la Chiesa; non solamente la Chiesa ufficiale, o la Chiesa docente, o come diciamo la Chiesa gerarchica, quella che detiene le chiavi che le ha affidato il Signore, ma in senso più largo, più semplice, «la Chiesa vivente »: quella che lavora e prega, che agisce e contempla, che ricorda e cerca; la Chiesa che crede, spera, ama; che nelle mille situazioni dell’esistenza tesse fra i suoi membri legami visibili e invisibili; la Chiesa degli umili, vicini a Cristo: quella specie di armata segreta che viene reclutata da ogni parte, che perdura anche nelle epoche di decadenza, che si dedica, si sacrifica, senza idea di rivolta e nemmeno di riforma, che risale incessantemente la china della nostra greve natura, che testimonia così nel silenzio come il Vangelo sia sempre fecondo e il Regno sia già in mezzo a noi” (Paradosso e mistero della Chiesa, p.4). “I rimproveri li sento tutti, mi rimbombano nelle orecchie. Non tutti sono senza fondamento. Se i miei occhi non sempre li vedono è perché non sono ancora sensibile”.

La Chiesa non è la somma dei numeri ma la totalità di Cristo-Capo. L'uomo deve entrare nel Corpo di Cristo (mistico-ecclesiale) per entrare con lui nel seno (regno) del Padre.
Entrare nella Chiesa (non solo materialmente) non è tradire la mia cultura ma ritrovare la mia identità.

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1La Nouvelle Theologie, al centro di un intensa analisi e ripetute giuste e doverose segnalazioni da parte del Sant'Uffizio non rientra specificamente nella mia formazione neotomista e quindi neoscolastica. La lettura di alcuni testi di De Lubac mi ha suggerito nuove piste per la mia riflessione ecclesiologica per nulla in contrasto con la manualistica, sebbene vadano lette coi dovuti distinguo. De Lubac fa ricorso continuamente ai Padri e ai Dottori della Chiesa. Da questi studi ho ricavato grande vantaggio. Altri autori della Nuovelle Theologie non mostrano altrettanta chiarezza né i loro scritti meritano grande stima.
2H. de Lubac, Meditazione sulla Chiesa, Jaka Book, Milano 2017; Cattolicismo. Aspetti sociali del dogma, Jaka Book, Milano; Paradosso e mistero della Chiesa, Jaka Book, Milano 2017. I volumi fanno parte dell'opera omnia pubblicata nella sezione Chiesa da Jaka Book in collaborazione con l'Istituto Teologico di Lugano.
3Qui occorre notare che bisogna sempre evitare una nettissima distinzione fra una Chiesa visibile e una invisibile, come vorrebbero invece i luterani. Per usare i termini ed evitare nel contempo fraintendimenti o accostamenti ai “transalpini” il Nostro pone accanto all'aggettivo invisibile il termine mistica.

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